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QUALI EFFETTI PRODUCE UN MASSAGGIO?


FISIOLOGIA DEL MASSAGGIO

Gli effetti del massaggio sul corpo umano presuppongono una complessa serie di meccanismi relazionati tra loro. Sono conseguenti a diverse azioni che si sommano e complimentano:

- Azione meccanica diretta sui tessuti – Azione riflessa sul tessuto nervoso – Azione riflessa su diversi organi a distanza – Azione chimica – Azione psicologica

Queste azioni si traducono in effetti meccanici, chimici, riflessi e psicologici, che dipendono largamente dal tipo di massaggio utilizzato e dalla durata, profondità e intensità delle manovre utilizzate.

EFFETTI SULLA PELLE

La pelle è la prima struttura ad essere stimolata dalle manovre del massaggio. Essa è caratterizzata da una ricca innervazione, derivata dall’alto numero di recettori che possiede. Questi si dividono in:

  • Meccanorecettori della pelle (cellule di Merkel, corpuscoli di Meissner e Pacini), i quali reagiscono alla pressione. – Recettori termici o termo recettori, i quali possono reagire al calore (corpuscoli di Ruffini) o al freddo (corpuscoli di Krause). – Recettori del dolore o nocicettori.

  • Recettori piliferi, i quali reagiscono ai movimenti del pelo.

L’azioni delle distinte manovre sulla pelle e i relativi meccanismi d’azione non sono ancora stati chiariti del tutto. L’azione meccanica esercitata dalla mani del massaggiatore produce innanzitutto una vasodilatazione attiva e una iperemia locale che comporta un aumento della temperatura locale tramite meccanismi di tipo diretto e riflesso. Questa vasodilatazione si espande posteriormente a livello regionale, producendo un aumento del sangue circolante, da cui derivano un aumento del flusso sanguigno diretto al cuore e una moderata tachicardia.

La vasodilatazione e l’iperemia danno luogo ad altri tipi di effetti:

- Aumento delle funzioni proprie della pelle.

- Aumento delle funzioni del muscolo sottostante.

– Trasmissione delle sensazioni cutanee al sistema nervoso centrale, che mette in moto risposte di tipo riflesso. – Stimolazione delle fibre nervose della pelle, con effetti eccitanti o inibenti a seconda del tipo e della intensità delle manovre utilizzate.

Per quanto riguarda le funzioni proprie della pelle, il massaggio determina:

- Liberazione di istamina, la quale determina vasodilatazione capillare con arrossamento a livello locale e successivamente regionale. – Miglioramento dell’elasticità e dell’estensibilità. – Aumento della traspirazione (eliminazione di liquidi). – Aumento delle secrezioni sebacea e sudoripara in seguito alla disostruzione degli orifizi escretori e all’aumento delle funzioni ghiandolari. – Assorbimento di sostanza lipidiche: da qui l’utilità di alcuni preparati utilizzati durante il massaggio. – Miglioramento della nutrizione delle cellule dermiche a causa del miglioramento della circolazione superficiale. – Aumento della temperatura locale da uno a tre gradi (normalmente due), a seconda dell’intensità e del tempo di applicazione dello stimolo meccanico. – Aumento della eliminazione delle sostanze di scarto accumulate nella pelle. – Aumento della desquamazione.

EFFETTI SUL MUSCOLO NORMALE

Esistono tre tipi di tessuto muscolare dal punto di vista istologico:

- Liscio

-Striato – Cardiaco

Parlando di massaggio, l’azione che ci interessa maggiormente è quella esercitata sul tessuto muscolare striato, detto anche tessuto muscolare scheletrico, che costituisce approssimatamene il 40% della massa del corpo umano e che adempie alla funzione motrice dell’apparato locomotore.

Il muscolo è formato da diversi tipi di miofibrille, le quali sono divise in due sottogruppii:

- Fibre a contrazione lenta (di tipo I o fibre rosse) – Fibre a contrazione rapida (di tipo II o fibre bianche)

Le fibre rosse, caratterizzate da un alto contenuto di emoglobina, possiedono un’alta resistenza (esempio: muscolatura profonda addominale e lombare). Le fibre bianche hanno un alto contenuto di ATP e sono in grado di sviluppare molta più forza ma per tempi brevi (esempio: bicipite, quadricipite). Esiste in realtà un terzo tipo di fibre, denominate intermedie, capaci di adattarsi a un tipo di prestazione o all’altro in base all’allenamento della persona.

Le manualità esercitate sulla pelle in corrispondenza delle zone occupate da muscolatura striata causano una variazione delle sue tre caratteristiche fondamentali:

- Tono – Elasticità – Contrattilità

All’aumentare del flusso sanguigno muscolare si osserva una riduzione del tono muscolare, con conseguente aumento della elasticità e della contrattilità. La vasodilatazione e la iperemia conseguenti provocano innanzitutto un aumento della saturazione d’ossigeno nel sangue arterioso, del contenuto di emoglobina e del numero di globuli rossi; aumentano anche il drenaggio e l’eliminazione di cataboliti formatisi a seguito dei processi di contrazione muscolare (acido piruvico, acido lattico, etc.). In questo modo il muscolo recupera la sua capacità contrattile più rapidamente, aumenta la sua forza muscolare e migliora la sua resistenza con diminuzione della fatica; il muscolo risulterà anche più rilassato e meno indolenzito.

Riassumendo: il muscolo recupera più velocemente le sue proprietà quali elasticità, contrattilità, volume e forza.

Questi effetti dipendono dall’effetto esercitato dal massaggio sulle arteriole, con vasocostrizione iniziale seguita da vasodilatazione secondaria. Va comunque considerato che questi effetti sono variabili a seconda del tipo e dell’intensità delle manovre effettuate. Infatti, un massaggio superficiale (sfioramenti) ha poco effetto sulle masse muscolari e sull’apparato vascolare, mentre i suoi principali effetti si manifestano a livello della pelle e a livello psicologico. Invece un massaggio che preveda pressioni profonde e intense, esercitate con una direzione perpendicolare a quella del muscolo, funziona come stimolante del muscolo aumentando la sua contrattilità. Un impastamento lento, eseguito con pressioni leggere e parallele all’asse del muscolo, facilita il rilassamento. A questi effetti diretti vanno aggiunti quelli di tipo riflesso o segmentario, che verranno approfonditi successivamente. Dagli effetti esposti precedentemente deriva l’indicazione fondamentale del massaggio classico, ovvero il trattamento di contratture muscolari, spesso dolorose, e di stati di ipertonia muscolare generalizzati. La contrattura muscolare è una contrazione involontaria, persistente e dolorosa di uno o più muscoli scheletrici. Il muscolo coinvolto si presenta rigido e l’ipertonia delle fibre muscolari è apprezzabile al tatto. Si tratta di un atto difensivo che insorge quando il tessuto muscolare viene sollecitato oltre il suo limite di sopportazione fisiologico: l’eccessivo carico innesca un meccanismo di difesa che porta il muscolo a contrarsi. Normalmente coinvolge la totalità del muscolo e si risolve quando trattato con un massaggio. Al contrario, la presenza di aree all'apparenza ipertoniche o fibrose all'interno del muscolo, delle dimensioni di un pisello, sono riferibili ad altri tipi di condizioni quali trigger point o miogelosi; queste non si risolvono normalmente ricorrendo alle manovre di massaggio abituali.

EFFETTI SUL MUSCOLO PATOLOGICO

La maggior parte degli effetti studiati sul muscolo patologico deriva da lavori sperimentali, realizzati in laboratorio, e tra questi la maggior parte è stata effettuata su animali da laboratorio, per cui i risultati ottenuti sono spesso confusi e poco affidabili. Sappiamo che, in linea di principio, una sessione di massaggio muscolare della durata di 8-10 minuti su un muscolo denervato migliora la nutrizione di quest’ultimo, prevenendo la formazione di tessuto fibroso. In questo modo sarebbe possibile ritardare, ma non evitare, l’atrofia muscolare. Per lo stesso processo potrebbe essere possibile ritardare il pallore muscolare e la comparsa di tessuto adiposo intramuscolare, tipiche del muscolo denervato. Al contrario, nessun tipo di massaggio può favorire il processo di re innervazione, ne alterare le condizione circolatorie o tantomeno la contrattilità muscolare. Il massaggio non è nemmeno in grado di aumentare il numero di fibre muscolari o la loro qualità. L’aumento di volume è dovuto essenzialmente alla vasodilatazione conseguente alle manovre di massaggio. L’aumento di volume e la vasodilatazione scompaiono rapidamente nel muscolo denervato. Le circolazioni venosa e linfatica si trovano rallentate nel muscolo denervato, osservandosi in alcuni muscoli un “ristagno “delle miofibrille per stasi dei liquidi tissutali. Differente è la risposta completamente opposta del muscolo patologico non denervato. Nel muscolo miogelosico, il massaggio disperde i foci di miogelosi rendendo il muscolo più flessibile e riducendo la componente dolorosa. Nel muscolo spastico e contratturato, doloroso, il massaggio permette di ridurre o annullare la contrattura e lo spasmo. Soggettivamente il paziente osserva una riduzione del dolore e della contrattura.

EFFETTI SULLA CIRCOLAZIONE IN GENERALE

In generale le manualità del massaggio, salvo alcune eccezioni, esercitano il loro effetto principale a livello della circolazione.

Il massaggio agisce sui tre livelli della circolazione:

- Circolazione arteriale (arterie, arteriole, capillari)

-Circolazione venosa (vene e capillari venosi) – Circolazione linfatica (vasi, collettori e gangli linfatici)

In generale il massaggio agisce sui vasi con due modalità:

- Diretta: conseguenza dell’effetto meccanico dovuto alle diverse manualità che sottopongono i vasi a pressione, allungamento e accorciamento. – Indiretta: conseguenza della stimolazione delle terminazioni neuromotrici dei vasi, con conseguenti modificazioni del loro calibro

Effetti sulla circolazione arteriosa. L’effetto della manovre di massaggio consiste in uno stimolo del flusso sanguigno a livello delle arterie e delle arteriole. Questo stimolo circolatorio provoca un caratteristico rossore a livello della zona trattata. Questo rossore, causato dalla dilatazione dei vasi periferici, sarà più intenso quanto più costante e profondo sarà lo stimolo applicato. L’aumento del flusso arterioso darà luogo a un arricchimento di ossigeno e sostanze nutritive con aumento del metabolismo locale. Alcuni autori sostengono che una sessione prolungata di massaggio provoca un abbassamento (poco significativo) della pressione arteriosa.

Effetti sui capillari superficiali. Il massaggio, specialmente se superficiale, provoca una vasocostrizione iniziale, immediatamente seguita da una vasodilatazione dei capillari.

Effetti sulla circolazione venosa. Il massaggio provoca una accelerazione del flusso venoso e favorisce il ritorno sanguigno nel caso venga applicato con direzione centripeta. Questo stimolo della circolazione venosa comporta un effetto benefico sui disturbi venosi periferici caratterizzati da un insufficiente ritorno venoso. Migliorando il ritorno venoso, favorisce la rimozione di cataboliti a livello della zona trattata. Questa eliminazione dei residui del metabolismo muscolare migliora il recupero muscolare.

Effetti sulla circolazione linfatica. L’effetto è simile a quello esercitato a livello della circolazione venosa. Viene favorito lo svuotamento e quindi il riassorbimento dei liquidi e dei detriti tissutali migliorando la stasi linfatica. In questo modo il massaggio linfatico favorisce la rimozione di tossine e particelle estranee dalla zona lesionata e edematosa. La stimolazione dei capillari linfatici è fondamentale nel trattamento dei linfedemi delle estremità e nei processi in cui esiste un eccesso di cataboliti a livello muscolare dopo uno sforzo intenso (massaggio di recupero post-competizione)

EFFETTI SUL TESSUTO ADIPOSO

L’effetto del massaggio sugli accumuli adiposi è, in molti casi, il principale obiettivo che ci si propone durante una seduta di estetica. In linea di principio, determinate tecniche di massaggio possono essere in grado di distruggere cellule adipose e

dissolvere accumuli adiposi grazia a questo tipo di azione meccanica. Le tecniche in grado di provocare questi effetti saranno sempre vigorose e aggressive. Parallelamente, aumentando la circolazione locale con conseguenti iperemia, il riassorbimento degli adipociti potrebbe incrementare. Ciò nonostante, appare evidente che la forma più efficace per ottenere un dimagrimento è quella di abbinare esercizio fisico aerobico (bicicletta, corsa, camminare, nuotare, etc.) e dieta adeguata ipocalorica.

EFFETTI SULL'APPARATO DIGESTIVO

Il più importante effetto su questo apparato è di tipo meccanico, specialmente sulle anse intestinali del grosso intestino. Può avere un effetto rilassante e analgesico (antispastico) se eseguito dolcemente e nella stessa direzione delle anse intestinali. Può anche essere stimolante della muscolatura liscia se eseguito in maniera intensa stimolando la peristalsi e favorendo la progressione del contenuto del colon verso il retto e la sua successiva espulsione. Per questo è indicato in caso di stitichezza. Secondariamente si ha un effetto riflesso, generalmente di tipo stimolante.

EFFETTI SULLE STRUTTURE NERVOSE PERIFERICHE

Gli effetti del massaggio sul tessuto nervoso sono molto importanti e complessi; variano a seconda che vengano impiegate manualità superficiali e lente (effetto sedante) o profonde e rapide (eccitante/stimolante). Attua diminuendo la sensibilità delle terminazioni nervose sensitive, ovvero diminuendo la percezione del dolore (analgesico), con effetto sedativo. Aumenta l’eccitabilità dei nervi motori, in modo da aumentare il tono e facilitare la contrazione muscolare. Questo effetto è evidente se le manualità utilizzate sono brusche, rapide ed energiche (vibrazioni, percussioni, frizioni profonde). L’iperemia prodotta contribuisce a migliorare la nutrizione dei nervi periferici. La diminuzione della sensibilità e la stimolazione della contrazione muscolare favoriscono per via riflessa il rilassamento e indirettamente il rilassamento mentale al diminuire il dolore e la tensione. Diminuisce la sensibilità tattile agendo sulle terminazioni sensitive dermiche.

EFFETTI RIFLESSI

Gli effetti riflessi dipendono da diversi fattori quali il tipo di manualità, intensità, ritmo, profondità, superficie di contatto e caratteristiche della struttura trattata, direzione e stato dei tessuti.

EFFETTI CENTRALI

Esistono numerose teorie riguardo i possibili effetti e benefici che il massaggio può esercitare a livello del sistema nervoso centrale, tra le quali ne evidenzieremo cinque:

Attiva i sistemi di controllo dell’inibizione spinale – Attiva le strutture nervose inibitorie del dolore a livello del tronco encefalico – Altera la trasmissione degli impulsi nervosi periferici del dolore – Stimola a livello centrale la liberazione di endorfine – Effetti massimi per sommazione delle varie teorie

Ad ogni modo l’effetto finale e primordiale è costituito dalla sensazione di sollievo dal dolore che può comportare anche la totale soppressione di quest’ultimo, con conseguente sensazione di benessere fisico e psichico.

EFFETTI PSICOLOGICI

In questo caso si sommano gli effetti analgesico, rilassante a ansiolitico esercitati del massaggio a quello dovuto alle condizioni ambientali idonee per la sua applcazione: temperatura adeguata, conversazione gradevole, ambiente rilassato e, se possibile, musica rilassante. In questo modo si crea un ambiente propizio perché l’effetto psicologico influisca positivamente sulla qualità del massaggio. Riguardo questo aspetto, sarebbe opportuno che il massaggiatore si interessi riguardo l’utilizzo d alcune metodiche di rilassamento. Se si ottiene un rilassamento adeguato del cliente, permettendo di allontanarlo dai suoi problemi quotidiani, si possono ottenere dei risultati sorprendenti. Anche nello sport il massaggio è efficace per migliorare la condizione psicologica dell’atleta. Un massaggio lento e sostenuto può diminuire l’ansietà, mentre un massaggio rapido e vigoroso può stimolare un atleta in uno stato di apatia. In questo modo anche il massaggiatore può concorrere a porre l’atleta in una condizione di benessere e di alta motivazione, ottimale per la competizione. Gli effetti sul rilassamento psichico sono positivi sia durante che dopo il massaggio e contribuiscono a un miglior rilassamento muscolare.

EFFETTI BIOCHIMICI

L’effetto vascolare (vasodilatazione) è dovuto fondamentalmente alla liberazione di istamina a livello locale. Il massaggio profondo e aggressivo (possibilmente a seguito di micro traumatismi) aumenta la concentrazione serica di mioglobina, transaminasi ossacetica glutammica, creatin-chinasi e lattato deidrogenasi. A seguito di un massaggio di 20 minuti è stato dimostrato un aumento di encefaline e endorfine nel sangue. Si è anche dimostrato un effetto anticoagulante (con riduzione del rischio di trombosi venosa) per liberazione di sostanze che riducono la iperviscosità del sangue aumentando la velocità delle emazie e contrastando la stasi vascolare. Migliorando la circolazione è facilitato l’intercambio di liquidi tissutali con miglioramento della nutrizione e del metabolismo dei tessuti massaggiati.

EFFETTI SUL DOLORE

I processi fisiologici e biochimici illustrati, così come quelli anatomici, influiscono in forma importante nel processo di riduzione del dolore e dello spasmo muscolare. A questi processi va sommata la componente psicologica del massaggio. Secondo Kaada e Torstiembo “il ruolo del massaggio nella produzione di benessere e euforia potrebbe essere spiegato grazie all’aumento dei livelli plasmatici di endorfine conseguenti allo stesso”. Recenti ricerche confermano che i cheratinociti della pelle, attraverso una complessa risposta, facilitano la formazione di endorfine. Diminuendo l’ansietà e il dolore il rilassamento prodotto è più duraturo e efficace.

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