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IL DOLORE SACRO ILIACO


Quel dolore lombare che non passa.

Nella pratica quotidiana mi capita spesso di incontrare persone che lamentano un dolore localizzato nella regione lombare che risulta ‘spostato’ verso la regione glutea,

Un dolore che viene descritto come fastidioso e invalidante, spesso più evidente al mattino al risveglio e che si attenua con il cammino. Che limita la possibilità di restar seduti e che non passa con le pratiche abituali utilizzate per la schiena

DOLORE SACRO ILIACO

DI COSA SI TRATTA?

Le cause scatenanti di questo problema possono essere molteplici, spesso si pensa subito ad una sciatalgia, ma quando i test specifici o gli esami strumentali la escludono, è necessario valutare altre ipotesi

A questo punto le più accreditate risultano essere le tensioni al piriforme o la sofferenza dell’articolazione sacro iliaca e al legamento a lei collegato.

PIRIFORME
FLESSORI DELL'ANCA

Non ci fermeremo però ad analizzare questi due elementi che spesso sono quelli dolenti, ma andremo a verifica quali scompensi possono portare a delle tensioni anomale che sono poi le vere responsabili degli stadi infiammatori. Spesso queste strutture subiscono le stres eccessivi a causa di scompensi dei muscoli flessori dell’anca e fra questi del’ ileo psoas e del retto femorale, che sono sicuramente i due principali artefici di questo movimento.

Perciò dopo aver escluso le cause neurologiche è bene soffermarsi su test che vadano a verificare lo stato di queste strutture e che permettano così di comprendere meglio l’equilibrio posturale della persona, la tensione della muscolatura, la resistenza dei comparti muscolari, la forza e l’armonia nei movimenti di tutti i comparti, al fine di poter pianificare un intervento mirato che possa alleviare le sofferenze della persona ma che soprattutto vada nella direzione di eliminare la causa del dolore e non solo di alleviare il dolore riferito.

ANALISI DELLA POSTURA

Infatti dall'analisi della postura si posso individuare anomalie che vanno poi risolte sia attraverso manipolazioni e esercizi di mobilità ma soprattutto attraverso un attento piano di lavoro di ginnastica che permetta di stabilizzare i risultati che si possono ottenere nella prima parte dei trattamenti.

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